Ginecologia e Ostetricia

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Marzo 10, 2021 ClaudioGinecologia0

Il vaginismo

Il vaginismo può essere considerato una alterazione sessuale consistente nella contrazione involontaria dei muscoli vaginali, tale da rendere impossibile la penetrazione. L’affezione , quando è presente, rende di difficile accettazione l’atto sessuale.

Si sostiene che tale affezione abbia origini psicologiche recondite, in quanto appare associata al dolore ed alla paura del rapporto.

Non sempre tale patologia trova giustificazioni per il dolore durante il rapporto sessuale(dispareunia), in quanto la fobia presente rispecchia la fase preliminare del rapporto, con il rifiuto ad iniziare lo stesso.

Talvolta la dispareunia in genere appare poco differenziabile dal vaginismo vero e proprio, ed uno dei problemi maggiormente ostacolanti la diagnosi è la scarsa conoscenza e la difficoltà di comunicazione con lo specialista.

La patologia in questione si manifesta in specie, come già esposto, con la contrazione involontaria dei muscoli vaginali, rendendo impossibile la penetrazione, ma spesso le donne affette da tale patologia rifiutano il rapporto sessuale a priori.

Ovviamente, tale patologia non può non avere effetti sul rapporto di coppia, in specie sul partner, che potrebbe colpevolizzarsi per il rifiuto della donna, talvolta addossando a se stesso la mancata riuscita dell’atto sessuale.

La colpevolizzazione del partner porta, in breve tempo, ad una riduzione del tempo di erezione fino alla difficoltà della erezione stessa.

La ricerca della causa del vaginismo non appare semplice, in quanto entrano in gioco più fattori, il primo dei quali è rappresentato dal concetto che la donna ha dell’atto sessuale. Spesso tale atto viene considerato come qualcosa da non praticare, e talvolta, tra le cause, si associano eventi pregressi, come atti di violenza subìti, che peggiorano il quadro.

Il rifiuto del sesso può anche essere messo in relazione con il terrore di iniziare una gravidanza non desiderata, e quindi con l’equazione che è meglio non avere rapporti sessuali invece di avere rapporti a rischio.

Entrano anche in gioco, in maniera preponderante, l’educazione familiare, gli insegnamenti e le paure trasmesse dalla madre. Per esperienza professionale, e fortunatamente in pochi casi, tale evenienza appare difficilmente superabile, in quanto appresa dalla donna nella fase di sviluppo adolescenziale, ed ormai insita, anche se erroneamente, nelle proprie convinzioni di vita.

Esistono però anche fattori superabili. Io stesso, da professionista con molti anni di esperienza, ho esaminato alcune donne che erano erroneamente convinte di essere affette da vaginismo. Tali donne avevano un imene molto rigido e particolarmente difficile da penetrare anche al dito esploratore durante la visita. In tali pazienti è sufficiente eliminare chirurgicamente l’ostacolo, cercando poi di effettuare una terapia psicologica riabilitativa, che le convinca della assenza di ostacoli e della possibilità di avere rapporti sessuali senza dolore.

Naturalmente, le considerazioni finora esposte, riguardano un apparato genitale senza pregressa patologia, o atti chirurgici pregressi, che ne possano alterare la funzionalità e quindi rendere difficile e dolorosa la penetrazione.

Infine, consideriamo anche la possibilità di ampliare” l’introitus in vaginam ” con piccoli interventi chirurgici, che consentano un ingresso facilitato durante l’atto sessuale.

Il consiglio da non dimenticare resta, come sempre, quello di rivolgersi allo specialista per tempo, prima che tale patologia diventi ancor più un ostacolo psicologicamente insormontabile, per consentire una diagnosi certa ed un indirizzo terapeutico preciso.


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Atrofia vulvo vaginale – ringiovanimento vaginale

Parliamo di una affezione cronica che interessa una buona parte delle donne in menopausa ed in perimenopausa : l’atrofia vulvo-vaginale, comunemente riferita dalle pazienti come “secchezza vaginale

La sintomatologia consiste nella secchezza vaginale, bruciore e prurito vulvo-vaginale, oltre alla difficoltà ad avere rapporti sessuali (dispareunia).

La motivazione di tale affezione va ricercata nel mutato equilibrio ormonale che interessa le donne in questa fase della loro vita. Si evidenzia quindi la necessità di trattare queste patologie nel modo più opportuno, ripristinando la normale elasticità e idratazione dei tessuti interessati. Per questa affezione esistono, naturalmente, “linee guida” internazionali per orientarsi sulle terapie farmacologiche e fisiche necessarie alla risoluzione.

I rimedi finora consigliati consistono nell’uso di lubrificanti vaginali, terapie ormonali locali e sistemiche, laserterapia in diverse modalità.

Una terapia recente, e molto promettente, riguarda la somministrazione locale di ossigeno molecolare. Quest’ultimo stimola la neo-angiogenesi tramite il rilascio del “fattore vascolare di crescita endoteliale”. Il microcircolo vascolare aumenta, ossigenando maggiormente le aree interessate.

Altro fattore determinante è l’applicazione di acido ialuronico. L’acido ialuronico è in grado di combinarsi con molecole di acqua , contribuendo a idratare cute e mucose.

Attualmente esiste la possibilità di trattare questa patologia con ossigeno ed ac. ialuronico combinati, rappresentando il metodo meno invasivo per la riduzione dell’atrofia vulvo-vaginale. Il sistema in grado di combinare questi due elementi si chiama “Caress flow”

L’applicazione viene eseguita mediante l’utilizzo di cannule molto sottili (micro cannule).

Gli studi sull’efficacia del trattamento , effettuati in donne dai 45 ai 66 anni di età, hanno dato ottimi risultati, con sole cinque applicazioni, riscontrando l’aumento della elasticità vaginale, la scomparsa del bruciore vulvo-vaginale e l’aumento della fluidità vaginale.

Durante il trattamento non sono stati rilevati effetti collaterali. Peraltro sono stati riscontrati miglioramenti anche della sintomatologia genito – urinaria (disuria, incontinenza, elevata frequenza urinaria).


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L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) è una infezione virale a trasmissione sessuale molto frequente nella popolazione maschile e femminile. La trasmissione avviene attraverso il contatto di cute e mucose. I piccoli traumi che possono avvenire durante i rapporti sessuali ne favoriscono la trasmissione. È possibile anche la trasmissione attraverso contatti genitali non penetrativi, e quindi, anche se il profilattico riduce il rischio di infezione, non lo elimina, in quanto il virus può infettare anche la cute non protetta dal profilattico. I papillomavirus, fino ad oggi identificati, che infettano il genere umano, sono in numero superiore a 100 genotipi, e tra questi circa 40 sono responsabili di patologie del tratto ano-genitale, sia benigne che maligne. I diversi genotipi di HPV si distinguono in genotipi a basso rischio e genotipi ad alto rischio di trasformazione neoplastica. 


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